A Sirmione, nel cuore della perla del Garda, il Caffè Grande Italia si può considerare tra i pochi locali storici d'Italia che nel tempo non abbia cambiato la sua destinazione d'uso e si tramanda di padre in figlio dagli anni '20 ad oggi. Bar Italia: così lo chiamano affettuosamente i suoi frequentatori,è stato luogo d'incontro di molti personaggi illustri dalla regina Margherita a Gabriele D'Annunzio che hanno fatto la storia del nostro Paese. Un luogo semplice e raffinato, dove sorseggiare una bevanda, prendere un caffè entrando, per così dire, in un pezzetto di storia d'Italia.

Un modo libero di fare cultura


In un momento in cui sembra di moda distruggere il passato, rovesciare valori che sono stati alla base della società contemporanea, in questa fase della vita italiana e mondiale che assiste alla più dirompente crisi delle ideologie, che senso ha la difesa, il recupero, il rilancio dei locali storici? La difesa della civiltà, innanzi tutto. Non è pura conservazione del passato. Si tratta di ritrovare un certo animo, una certa vitalità, la volontà del confronto. Penso alla possibilità di riflettere, seduti davanti ad una tazza di caffè, alla gioia del conversare, oggi cosi' rara coi tempi frenetici che ci travolgono. Un modo libero di fare cultura in un paese che è e deve restare libero.

Testo estrapolato da: Locali storici d'Italia, Mondadori Editore, Guida e ricerca storica a cura di Enrico Guagnini.

Una delle prime immagini del Caffè Grande Italia (1925)

I piccoli musei dell'ospitalità: curiosi, misteriosi, golosi


Enrico e Claudio Guagnini

Potete prenotare la camera dove hanno dormito Kim Basinger o Madonna, quella di Churchill o Pirandello. Potete sedervi al tavolino di' Casanova o di Wagner, di Puccini o Cavour. Gli storici faziosi possono sostare dove si fermò Garibaldi: al Bai di Genova Quarto o al Posta di Sondrio. Si tratta di girare in lungo e in largo l'Italia. All'appello ne mancano centinaia, scomparsi per far posto a botteghe più remunerative. Sono diventati boutiques di moda, fast food, sale convegni. La loro storia è stata spazzata via per una manciata di miliardi. Basti ricordare la locanda Cassina dè Pomm di Milano, dove si svolse il più piccante e lussurioso episodio di Giacomo Casanova (le nozze dell'affascinante Zenobia); il Ristorante Caffè Doney di Firenze, dove Hitler e Mussolini pranzarono insieme per dare il via all'Asse; il Caffè Aragno di Roma, teatro di polemiche , risse, duelli tra gli intellettuali, i giornalisti e i politici di inizio secolo; il Ristorante Tram di Lodi, che quand'era stazione del tram a cavalli tra Milano e Lodi, ospitava Carducci nella sala d'aspetto, intento a correggere i compiti dei suoi allievi del liceo. Ne sopravvivono oltre 120, e ognuno porta avanti con onore le sue pagine di storia, i cimeli, le opere d'arte, i mobili d'epoca, i ricordi di celebri, estrosi, geniali, misteriosi personaggi. L'elenco dei nomi che hanno frequentato i locali storici sembra un'enciclopedia, sono nomi di donne e uomini illustri e famosi, di star e di idoli della folla, di vip. Basta ordinare un caffè, un aperitivo, un pranzo, o dormire una notte, per godere i momenti della spiritualità e dei ricordi e l'ambiente di luoghi eccezionali che rappresentano un passato che continua. E far quattro passi nei dintorni per vedere cose più maestose e monumentali, perchè i locali storici sono situati in luoghi grandi e piccoli di incomparabili bellezze artistiche e paesaggistiche.

Per un'impresa centenaria


Mario Arduino

In un idillio dedicato alla luna Giacomo Leopardi osservò "come grato occorre....il rimembrar delle passate cose". E se al figlio dell'austero conte Monaldo parve che di tale consolazione fruisse soltanto la gioventù, a me sembra che talune ricordanze leniscano anche gli affanni di quanti vivono l'età delle "grigie chiome". Il centenario dell'impresa avviata dal signor Angelo Cracco induce serene rievocazioni del tempo sirmionese in cui gli adulti consumavano la vita sui remi e i ragazzi affidavano i primi sogni alle vele dei barconi che discendevano il lago, portando nelle stive la legna da ardere. Appaiono le immagini della dolce signora Maddalena, dell'operosa figlia Angelina, del volitivo nipote Carlo. Altre visioni affollano la "scialba memoria", mentre dalle sale del Caffè Grande Italia si effondono echi di poesia imperitura. Nella piazza dell'imbarcadero James Joyce incontrò Ezra Pound, cantore di un fanciullesco istante di gioia per una pesca abbondante di sardelle. Qui sostò l'imaginifico Gabriele d'Annunzio, che amava contemplare "la levità pensosa dell'ulivo". Il pubblico esercizio denominato caffè, come riconobbe Pietro Verri intitolandogli il famoso giornale illuminista, è luogo deputato alla cultura. Seduto a un tavolino del Florian veneziano, Alfonso Gatto considerò che erano "cadute le stelle, cadute le rose". Invece Umberto Saba scrisse i suoi "più allegri canti" al Tergeste della città giuliana. Secondo Alessandro Zappata il culto dell'ospitalità, peculiare agli abitanti della penisola benacense, origina dalla volontà di Giove ("Hospitii edocuit faciles omne ius colonos"). Di tale consuetudine il Caffè Grande Italia è antico emblema. Possa il giovane Mario Pagiaro lunga mente continuare la nobile tradizione nella "venusta Sirmio" che allietò i giorni fuggenti di Gaio Valerio Catullo.

La terrazza nel 1936

Caffè Grande Italia: Magia senza tempo


Michele Nocera

Ripercorrere a ritroso la storia del Caffè Grande Italia è ripercorrere le pagine più significative della storia di Sirmione. Nato quando il turismo si affacciava timidamente sulle sponde della penisola catulliana, ha visto sostare tra i suoi tavolini personaggi noti e meno noti, ma sempre attratti da una qualità peculiare. Il ritrovarsi in un ambiente unico e d accattivante nella sua originalità. "Sentirsi a casa propria". Riuscire a comunicare questa impressione è il più grande pregio del locale. Ha tanti anni, ma non li dimostra. Forse per questa ragione è sempre il "Bar Italia", cosi' affettuosamente chiamato dai locali, vale a dire il bar più bar, il caffè più caffè di Sirmione. Semplice e raffinato al contempo, mai inteso come luogo elitario, pur avendo un servizio di prim'ordine. Qui hanno lasciato tracce indelebili della loro presenza personaggi famosi che non lo frequentarono solo per sorseggiare una bevanda o per ritrovare un clima accogliente, ma per conversare, per uno scambio di opinioni, per intrecciare amicizie durature. La storia non si può confutare! Il Caffè Grande Italia è stato, è e sarà un luogo di incontro anche per le future generazioni, ubicato com'è, sia fisicamente, nel cuore della "perla del Garda", sia nella memoria di ognuno.

Onori ed oneri!


Mario Pagiaro

Ultimo anello di una catena, mi sento onorato, quale attuale proprietario e gestore del Caffè Grande Italia, di perpetuare una tradizione atavica. Nel contempo, conscio di gravose responsabilità, ho l'obbligo di garantire all'immagine del locale l'apporto della massima professionalità negli anni a venire. Immagini e ricordi di un illustre passato mi spronino a perfezionare sempre più metodi e maniere per accogliere degnamente gli ospiti del Caffè Grande Italia. Un particolare ringraziamento allo zio, professor Michele Nocera, che con filologica passione ed amoroso interesse, ha curato la presente edizione.

Il testo le annotazioni, le didascalie sono a cura e fanno parte dell'Archivio del professor Michele Nocera.

Un ringraziamento particolare a:
Senatore Giovanni Spadolini
Mario Arduino, Sindaco di Sirmione
Guagnini Dott. Enrico, Segretario Ass. Locali Storici d'Italia
Raffaella Doneddu - Cinzia Vignozzi, traduzioni
Arredamenti Gabana

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